Per saperne di più – Il sesso dopo il parto

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Oggi vi proponiamo un altro approfondimento dedicato alle nuove famiglie e affronteremo un aspetto importante per le coppie dopo l’arrivo di un bambino: la sessualità e il desiderio nei primi mesi dopo il parto. Cosa succede e come la neo mamma e il neo papà possono adattarsi al cambiamento?

Ci affidiamo alla lunga esperienza di una professionista che abbiamo già avuto modo di conoscere, l’esperta Counsellor Antonella Zecchi.

IL SESSO DOPO IL PARTO
“… mi fa male, ho paura, sono brutta, sono stanca, voglio solo le coccole”.
A cura di Antonella Zecchi

 

La nascita di un figlio cambia il sistema famiglia e spesso la relazione di coppia: nel nuovo ruolo di genitori infatti può capitare che uno o entrambi i membri della coppia abbiano difficoltà a ritrovare la vecchia intesa, a riconoscersi e a riconoscere il compagno/a che prima amavano e per il quale provavano desiderio. La nascita del primo figlio è in tutte le coppie un momento intenso di trambusto e di cambiamento che spesso mette seriamente alla prova anche la vita sessuale. La relazione di coppia, con i suoi ritmi e modi, si trasforma e mette a volte ostacoli impensati tra i partner può slatentizzare o mettere maggiormente in luce situazioni irrisolte anche nella sfera sessuale. O, nel migliore dei casi, confermare, con il superamento degli ostacoli, una buona intimità di coppia sui diversi piani. Il “disinteresse” al sesso, che spesso le neo mamme ( e a volte alcuni neo papà) dimostrano, hanno tuttavia diverse ragioni sia su di un piano etologico che fisiologico che psicologico.

Dal punto di vista evoluzionistico si è tentato di spiegare questo momento particolare della vita della donna come un periodo necessario a garantire la sopravvivenza della prole: la donna infatti, perdendo interesse per altri stimoli presenti nell’ambiente, riesce a dedicarsi interamente e completamente al bambino, permettendogli così di crescere e diventare autonomo.

Dal punto di vista fisiologico-organico, il calo degli estrogeni comporta una perdita di lubrificazione nella vagina e una minore congestione dei vasi sanguigni; l’aumento della concentrazione di prolattina (ormone che raggiunge il picco massimo ad una settimana dal parto e che permette la lattazione) è responsabile anche delle variazioni dell’umore (es. calo del desiderio, stanchezza e facilità al pianto). Inoltre il parto stesso lascia diversi strascichi che a volte mal dispongono verso la sessualità: ad esempio il fastidio e la paura per la ferita episiotomica (il taglio che viene fatto per aiutare la donna al momento dell’espulsione del bambino), oltre a sanguinamenti da sfregamento, perdite vaginali e dolori di vario genere in diverse parti del corpo. La dispareunia, ossia il dolore all’atto della penetrazione é spesso un ostacolo alla ripresa dei rapporti sessuali. Il calo degli estrogeni e l’innalzamento della prolattina (soprattutto in allattamento) producono una modificazione della lubrificazione e la secchezza può essere motivo di fastidio e dolore anche acuto; inoltre la prolattina è anche responsabile dell’abbassamento della libido.

Le motivazioni psicologiche per il calo di desiderio riguardano sia l’uomo che la donna: per la neo mamma una delle difficoltà che incontra è il lento recupero della dimensione del sé corporeo, ossia il rapporto che aveva col proprio corpo prima della gravidanza/parto. La donna, dopo il parto, può sentirsi inoltre meno seduttiva, come a volte già sperimentato durante la gravidanza. Per alcune donne gravide non è facile accettare di vedere il proprio corpo modificarsi rispetto, non solo ai canoni di bellezza comunemente proposti, ma anche rispetto la percezione e l’immagine di sé su un piano corporeo che aveva prima della gravidanza. Può manifestarsi un senso di perdita per queste modificazioni del corpo e produrre dei cambiamenti nella psiche della donna, che possono perdurare anche diverse settimane dopo il parto, con perdita dell’autostima, senso di sconforto e sentimenti di inadeguatezza. Un altro elemento che rappresenta un possibile ostacolo alla ripresa dei rapporti sessuali è la fatica di rivedersi come partner/ amante/compagna a fronte del nuovo ruolo di madre cui è chiamata soprattutto dopo il parto. La dimensione materna nei primi mesi dopo il parto prende il sopravvento su un piano psicologico e può essere difficile separare il senso di appartenenza al figlio e rivedersi come la protagonista/amante appartenente ad un precedente ordine di coppia. Il seno, che fino a quel momento era stato un simbolo di femminilità e un punto erogeno, cambia di significato in quanto ora appartiene al bambino che ne ricava il suo nutrimento per vivere. Un altro fattore che potrebbe rallentare la ripresa della sessualità è il ricordo del dolore del parto o l’esperienza dello stesso, quando e se qualcosa non è andato bene; esso come un fantasma, a volte si aggira per diverso tempo nella stanza da letto della coppia e si adagia nella paura di sentire dolore all’atto della penetrazione.

Oggi, da quando negli anni settanta del secolo scorso i padri sono stati ammessi ai corsi di preparazione al parto, e possono essere presenti al momento della nascita, la coppia vive più intensamente l’esperienza della nuova genitorialità condividendone le fasi, i dubbi, le ansie e le paure; così come le grandi gioie, e possono più facilmente elaborare insieme la rinuncia e la trasformazione di un rapporto esclusivo a due, come era prima che nascesse il figlio. Vi sono anche alcuni aspetti da tenere presente riguardo a questo coinvolgimento dei papà: molti uomini possono restare particolarmente colpiti da alcuni aspetti clinici relativi al parto: dalla sofferenza della propria compagna, dal sangue e dalle suture, finendo per trovare faticoso e difficile riprendere i rapporti sessuali con la propria donna. Numerosi studi sugli “uomini in attesa” hanno evidenziato diverse manifestazioni sintomatiche reattive allo stato di gravidanza della moglie quali: ansia, insonnia, depressione e altre malattie psicosomatiche a cui gli uomini possono reagire in modi diversi; uno fra i quali è l’abbassamento della libido ed un minor interesse alla sessualità di coppia. Superare questo momento non è difficile se entrambi i partner saranno aperti alla comunicazione e alla condivisione e mostreranno un reciproco desiderio di trovare un valido compromesso.

Secondo lo psichiatra e pediatra Donald Winnicott durante il periodo della gestazione e quello immediatamente successivo alla nascita del bambino la madre è assorta in uno stato molto particolare che egli chiama “preoccupazione materna primaria” che egli considera una specie di “malattia normale”. La funzione di questo stato è quello di concentrare al massimo le energie psico-fisiche della mamma sul nascituro. In questa peculiare condizione psicologica la madre è completamente assorbita da pensieri, fantasie ed emozioni riguardanti il bambino. Da ciò deriva una sorta di decentramento dalle attività del mondo esterno, che in questo momento della vita della donna diventa di importanza marginale. Dunque il disinteresse sessuale della neo-mamma sarebbe in larga parte attribuibile al suo essere assorta completamente nella cura dei bisogni del proprio bambino. Una spiegazione parallela, rispetto il calo del desiderio sessuale della neo mamma, può essere rintracciato nel disagio rispetto il proprio corpo trasformato, come dicevo più sopra, e quindi nella paura di non essere più attraente nei confronti del partner, soprattutto se non è stato possibile recuperare il proprio peso forma dopo il parto. In questo caso è l’insicurezza creatasi una delle possibili cause del problema che si unisce al timore latente del rifiuto. Nella maggior parte dei casi è sufficiente prendersi il tempo necessario per sentirsi nuovamente in armonia con il proprio corpo. L’affetto e le conferme provenienti dal proprio partner sono fattori che garantiscono il superamento graduale, e non problematico di questa condizione. In alcune donne il rifiuto del sesso in relazione ad una problematica che è attribuibile all’insicurezza circa la propria desiderabilità sessuale, in conseguenza delle modificazioni determinate dalla gravidanza, può iniziare a manifestarsi a partire dal secondo trimestre di gravidanza, cioè dal momento in cui in genere queste modificazioni fisiche si fanno più evidenti. Laddove l’impatto di questi cambiamenti, dal punto di vista psicologico, sia particolarmente pesante e persista anche diverso tempo ( mesi) dopo il parto, al punto da incidere sull’autostima, sul senso di piacevolezza personale e nell’intimità e intesa di coppia in senso più ampio, riflettendosi nella sessualità oltre che in diversi altri contesti, potremmo essere di fronte ad una sintomatologia da depressione post-partum. Nel caso in cui il rifiuto dei rapporti sessuali rappresenti un campanello d’allarme che riflette la presenza di una simile problematica è quindi opportuno consultare uno specialista.

Le contromisure per riportare un po’ di equilibrio nel trambusto della nuova situazione ci sono; alcune di esse sembrano essenziali:
il TEMPO, per riconquistare una armoniosa visione del sé corporeo e riconoscerci;
il RIPRISTINO ORMONALE e con esso una maggiore lubrificazione e desiderio sessuale;
la COMUNICAZIONE e il DIALOGO con il partner per riconoscersi e riavviare l’intesa;
le CAREZZE confermanti e rassicuranti sia a carattere psicologico che fisiche;
il desiderio di RIAPPREZZARE le cose che hanno UNITO la coppia al punto da costruire insieme il progetto di famiglia.

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